Oggi pensavo: Arturo Scampi

“Qui abbiamo sempre fatto così, e non cambieremo modo di fare per te…”⁠
Sentiva ripetere quella frase da anni. ⁠
“Noi siamo i migliori scampi del mondo, e siamo nati per finire nei migliori risotti del mondo.” ⁠
Ripeteva come un mantra Rocco, il padre di Arturo.⁠

La loro era una famiglia all’antica, dove le regole da seguire erano le stesse da secoli. ⁠
Era il sesto figlio, di sei fratelli: tutti maschi.⁠
Fin da piccolo Arturo dimostrò un carattere “fuori dagli schemi.”⁠
Per questo lui si definiva figlio unico. ⁠
Era il ribelle di casa, quello che voleva fare sempre di testa sua, quello che non voleva piegarsi alle regole dettate dalla società degli scampi.⁠
Lui non sarebbe diventato la guarnizione di un risotto.
Non avrebbe studiato e faticato anni per diventare grande e succoso, per poi essere trasformato nell’ingrediente principale di un primo piatto.⁠

Lui voleva essere libero di scorrazzare nella sabbia del suo amato oceano.⁠
Voleva scavarsi la sua galleria, sposare una scampotta rustica, e dare alla luce scampetti, fino a quando ne avrebbero avuto le forze. ⁠

Lui sarebbe morto lì, non dentro una pentola con dell’acqua bollente: come aveva fatto suo padre prima, e i suoi fratelli appena avrebbero finito gli studi.⁠

L’unica acqua bollente che avrebbe tollerato, sarebbe stata quella della corrente del Golfo. ⁠

E poi…era allergico al prezzemolo.
Dannato prezzemolo, usato dagli chef di tutto il mondo, come guarnizione per impiattare il risotto agli scampi.⁠

Odiava quel modo di passare a miglior vita.⁠
La pancia di un uomo non sarebbe stato il suo cimitero. ⁠
ll suo piano era semplice e infallibile. ⁠
Sarebbe partito di notte, solo, mentre tutti dormivano, senza fare rumore, con la sua carretta carretta allestita a van, senza i sedili posteriori, con un materassino a fargli da letto, e la tavola da surf sul tetto.

Altro che riso Carnaroli e prezzemolo.
Sarebbe scappato lontano, avrebbe girato gli oceani di tutto il mondo, fermandosi solo quando ne avrebbe avuto voglia.

Il suo viaggio “on the water” sarebbe stato indimenticabile, qualcosa di spettacolare, che avrebbe raccontato prima ai suoi figli e poi ai suoi nipoti.
Avrebbe esplorato baie e golfi incontaminati, avrebbe surfato le onde più lunghe e alte dell’oceano: sarebbe stato libero!

Libero di gestire il suo tempo, e la sua vita, come meglio credeva.⁠
Organizzò tutto nei minimi dettagli, avrebbe lavorato tre ore al giorno, in modalità “scampo digitale” utilizzando le hawai-fi che avrebbe trovato “aperte” e impiegato il tempo restante per tutto il resto.⁠

Voleva dar vita a una nuova generazione di scampi, ribellandosi alla visione tradizionale, che vedeva i componenti della sua specie, soltanto come ingredienti per cucinare risotti.⁠

Più ci pensava e più era convinto del piano che stava architettando.⁠
Sì era perfetto.⁠
Gli restava da fare soltanto una cosa…⁠

Doveva trovare il modo di scappare da quel maledetto acquario!⁠

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Emiliano brinci coprywriter

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