Storia Condivisa: il veliero

[Il Veliero]

Brivido @trovato.melania
Creazione @chiarabridi
Fiducia @_lapinto
Ineluttabile @leanoffice
Perseveranza @nicoletta_mesina
Coraggio @angylosi
Purezza @michelari74
Cuore @giomarianna
Veliero @fdepirro

La settimana scorsa vi ho chiesto di collaborare con me.
Tramite una stories sul mio account Instagram, ho chiesto di scegliere delle parole a caso, parole che avrei utilizzato e mixato, per scrivere un breve racconto.
Le parole selezionate sono elencate sopra, vicino al nick name della persona che l’ha scelta.

Sotto trovate la storia che ho scritto grazie al vostro aiuto.
Ringrazio tutti per aver partecipato, soprattutto @andrea_ru per avermi donato questa splendida immagine.

[Il Veliero]

Ero fermo a guardare l’infinito di fronte a me.
Quello era un luogo magico.
Il mio luogo magico, dove andavo a sedermi quando volevo restare solo con me stesso.
Andavo lì quando avevo bisogno di ascoltare i miei pensieri con PUREZZA, senza pregiudizi.
Il panorama di cui godevano i miei occhi era da togliere il fiato e mi rendeva il CUORE leggero.
Quello era un luogo che mi donava FIDUCIA e CORAGGIO, per affrontare gli ostacoli della vita.
Solo lì riuscivo ad ascoltare il silenzio.
Il silenzio dell’oceano, del vento, delle onde, della terra.

Vicino a me c’era solo lei.
A guardarla non era niente di speciale: un’anima di ferro, chiodi, ruggine e qualche asse di legno blu.

Per me era molto più di quello che vedevo.
La bellezza è negli occhi di chi guarda, diceva mio nonno.
Per me lei era una confidente, un’amica, era tutto.
Quanti segreti nascondeva tra le sue rughe di legno stagionato.
Lei aveva visto il mio primo bacio, la mia prima sbronza, il mio primo pianto.

Aveva circa 50 anni, o almeno credevo. In realtà non le avevo mai chiesto in che hanno fosse stata realizzata. A dire il vero non conoscevo neppure il suo nome.
Ricordo solo che aveva una scritta tatuata sul piede destro: c’era scritto Cabildo de Fuerteventura, in un semplice Times new Roman.
Non parlavamo molto, tra noi non c’era bisogno di troppe parole. 
Mi bastava sedermi sopra di lei, per farle percepire il mio stato d’animo.
Mi capiva al volo.
Era l’unica che riuscisse a farlo.
Cercava di mostrami le cose che non notavo: era di una PERSEVERANZA ammirevole.

Quando la guardavo vedevo la CREAZIONE più bella del mondo.

Un BRIVIDO mi attraversò la schiena veloce come una saetta, quando vidi la sua splendida vernice blu come l’oceano, sostituita da un rosa shocking dello stesso colore dell’insegna luminosa del negozio Kiko appena aperto nel centro del paese.
Pensai che quello fosse il segno INELUTTABILE del progresso.
Iniziai a pensare che anche nel mio piccolo paese, a strapiombo sul mare, il tempo passava inesorabile.

Rimasi a guardare la mia vecchia panchina, mentre a vele spiegate un VELIERO prendeva il largo verso il mare aperto.

Il quel momento desiderai di esserne il capitano.

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Grazie!

Emiliano brinci coprywriter

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