Oggi pensavo: Tempesta d’estate

[Momenti felici]

Lei aveva un dono
Questo lo sapeva: perché tutti glielo ricordavano appena se ne prospettava l’occasione.
Riusciva a portare felicità e gioia ovunque andasse.
Era il suo super potere.

In realtà era il super potere della sua Polaroid, amica fidata e inseparabile, con la quale, fin da piccola, aveva imparato a raccontare il suo punto di vista.

Aveva un feeling particolare, con quella scatola che chiamava “momenti felici”, e con la quale riusciva ad esprimere se stessa e le emozioni che la circondavano.

Imparò ad immortalare momenti di vita, ancor prima di aver imparato a parlare.
Regalava attimi di felicità, a tutti quelli che inquadrava con il suo obiettivo e ai quali diceva semplicemente:

«Guarda qui e fammi un sorriso, ti regalo un arcobaleno!»

E non era un modo di dire…

Ele, era una ragazza solare, amava ridere, ma sopratutto amava il freddo e l’aria pungente sul viso, quella che di cui si sentiva avvolta quando era in mezzo a loro: le sue amate montagne.
Ricordava la prima volta che “momenti felici” le mostrò cosa potevano fare insieme: era a casa di Olivia.

Fuori imperversava una tempesta estiva; una di quelle che arrivano all’improvviso, quelle che lasciano nell’aria un profumo di terra bagnata…
Olivia le raccontava quanto fosse schifosa la sua vita.
Dopo anni di studi, aveva un lavoro che non le piaceva, dei colleghi pessimi, un capo viscido come un anguilla dei Sargassi – che continuava a provarci un giorno sì e l’altro pure – una vita sentimentale degna di una mantide religiosa.

Olivia iniziò a piangere.

Ele prese la sua macchina fotografica, la puntò verso la sua amica Olivia e guardandola dentro gli occhi le disse: «Sorridi…»
La sua amica, che aveva alla spalle la finestra che dava sulla vallata, alzò la testa, scostò i capelli lunghi e neri dagli occhi umidi e guardò dritto nell’obiettivo della Polaroid.
Fuori un terribile lampo annunciò, con largo anticipo, il fragoroso tuono che fece tremare i vetri della finestra.

Gli attimi che seguirono sembrarono infiniti.
Il silenzio fu rotto da un click. Ele scattò senza pensarci.
All’improvviso un arcobaleno spuntò dietro le nuvole grigie che, con la loro acqua, stavano dissetando le campagne aride e impermeabili: risultato di lunghi mesi di siccità.
Le nuvole, che fino ad un attimo prima erano un denso tappeto grigio, che coprivano l’azzurro del cielo, svanirono, come per magia.

L’ ira e l’impeto della tempesta si placarono in un attimo.
La quiete tornò.
Fuori c’era il sole e uno splendido arcobaleno.
Ele si girò e vide che Olivia stava ridendo.

Sulla sua Polaroid il piccolo arcobaleno era svanito..

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Emiliano brinci coprywriter

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