Oggi pensavo: Stanza 1604

[Overlock Hotel]

Era nato il 16 aprile del 1977.

Pensò subito che quella fosse una strana coincidenza, di quelle a cui inizialmente non fai caso, ma che poi, con il passare del tempo, inizi a prendere in considerazione seriamente.
Era inspiegabile come lui, nato il 16/04, si trovasse da quarantatré anni a proteggere i segreti di quella misteriosa stanza: la 1604.

Era il terzo di sei fratelli.
Tutti perfettamente uguali.
Sei gemelli.
Sei anime dal DNA identico, ma profondamente diverse.
Lui si sentiva speciale.
In realtà non aveva assolutamente nulla di speciale; apparentemente era uno come tanti.

Ma non era così.
No, lui non era come gli altri.
Lui aveva una qualità unica.
Una qualità che non conosceva nessuno e che non poteva confessare ad anima viva.
Non lo avrebbero capito.
Nessuno lo avrebbe fatto…

Lui era un tipo solare, aveva un’energia incredibile, che faceva risplendere tutto quello che gli passava vicino.
Con semplicità e disarmante naturalezza: il suo era un dono.
Riusciva a rendere tutto luminoso.
La sua anima era pura e trasparente come il plexiglass.
Era impossibile non amarlo, era impossibile non capire quanto la sua guida fosse importante, per chi cercava la giusta direzione, ma sopratutto per chi l’aveva smarrita.

Senza di lui tutto era buio, e le cose non avevano la stessa intensità.
Lui riusciva a tirare fuori il meglio di ognuno.

Gli avevano insegnato a mantenere un basso profilo e a non consumare più del dovuto. Odiava gli sprechi.
Amava il minimalismo e la vita semplice. Senza fronzoli.
Aveva un solo scopo nella vita: migliorarsi e migliorare le persone con cui entrava in contatto.
Credeva in quello che faceva.

Lui era “all’antica” nato in un mondo artigianale, dove la cura del dettaglio e la finitura di livello, avevano ancora un senso.
Lui era uno di quelli che non trovi all’Ikea, tantomeno all’ Ipercoop.

Si chiama Dario, ma tutti lo chiamano utilizzando il suo nick name: Lampa.

Lui è l’apparecchio illuminante che da quarantatré anni irrora di luce il corridoio del terzo piano dell’Overlock Hotel.
Quello che fa risplendere il muro dove è fissato il numero ottonato della stanza 1604: la più bella e ambita dell’albergo.

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Emiliano brinci coprywriter

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