Oggi pensavo: Sabrina

[Welcome to the...]

Lei è una Rock!

Chiunque la incontrava lo capiva.
Nelle orecchie, gli airpods sparavano a tutto volume, la sua canzone preferita:

Welcome to the jungle, we take it day by day
If you want it you’re gonna bleed but it’s the price to pay
And you’re a very sexy girl, very hard to please.

La musica le arrivava dritta nelle vene.
Sì lei era una cifra rock e anche molto sexy…ma alla fine era solo apparenza.
In fondo, molto in fondo, Sabrina era dolce, tenera, affabile; bastava non farla arrabbiare, perché allora e solo allora, riusciva ad essere velenosa e pungente come lo scorpione che aveva tatuato dietro l’orecchio sinistro.

Se la incontravi per strada, era la prima cosa che notavi, insieme ai suoi occhi smeraldo e alla sua corazza impenetrabile, il risultato di anni di delusioni, sedimentate una sopra l’altra.
Quella corazza era il suo modo di proteggersi. Di proteggere il suo cuore, che mille volte era andato in frantumi, come il finestrino di una macchina quando gli tiri contro un mattone.

Sabrina era come un tortino al cioccolato: quello che ha l’esterno duro e il ripieno liquido; quello che quando lo apri, è una cascata inarrestabile di piacere e dolcezza.

“Non succederà più” pensava ingenuamente e invece… eccola lì, di nuovo in viaggio verso un’ isola sperduta in mezzo all’oceano: per scappare.
Da cosa non lo aveva capito, o forse sì.

Ufficialmente scappava da lui, che l’aveva tradita, nel fisico e nell’anima.
Questa volta credeva fosse quello giusto, come le aveva confidato la sua amica Valentina, non tanto perché lo credeva lei, ma perché lo sentiva veramente, fino in fondo.
Lui aveva il suo stesso PH.

A 35 anni queste cose le capisci subito, un po’ per esperienza un po’ per intuito, riesci in pochi secondi a valutare se vale la pena continuare o se è meglio sparire appena sorto il sole, magari dopo aver fatto un po’ di attività fisica: che non guasta mai.
Con lui era stata una cosa travolgente, inspiegabile, ai limiti della legalità. 
Non le era mai successo prima e di esperienza, in fatto di uomini, ne aveva.

Insieme avevano bruciato tutte le tappe, se di tappe si poteva parlare.
Conoscenza. Primo appuntamento. Primo bacio, e poi alla fine…la fusione di due anime, due corpi, due DNA, due tutto: diventati un unico tutto.

I suoi occhi si stavano comprimendo, per evitare che le lacrime le colassero sulle guance, sul mento; voleva fermarle, prima che le arrivassero al cuore. Ancora una volta.

Passandosi il dorso della mano sullo zigomo, si girò istintivamente verso il finestrino e vide il colore dell’oceano passare dal blu profondo, alle sfumature del turchese.
Si stavano avvicinando alla sua meta.
Si tolse uno dei due airpods e sentì l’annuncio del capitano: erano in fase d’atterraggio.

Fu in quel preciso istante, girandosi verso il finestrino opposto per seguire le onde dell’oceano infrangersi sulla costa, che incrociò il suo futuro: gli occhi scuri e magnetici di Valerio.

Quegli occhi scuri e magnetici che le ricordavano tanto il colore intenso e la potenza attrattiva della sua isola: Fuerteventura.

E tu? Quante volte nella vita sei stata/o “illegale” come loro?
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Grazie!

Emiliano brinci coprywriter

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